In questo nuovo approfondimento pubblicato sul sito www.sorgiva.info, mostreremo una panoramica di tutti i dispositivi di depurazione dell’acqua di pozzo per aiutarvi nelle valutazioni e nella scelta del sistema più adatto alle vostre esigenze.

Come procedere nella scelta del sistema più adatto alla depurazione del vostro pozzo

Nei precedenti capitoli abbiamo più volte ripetuto che, se si vuole destinare l’acqua di un pozzo al consumo umano, per prima cosa è necessario farne analizzare un campione sotto il profilo chimico e microbiologico. Nel caso in cui risultasse la presenza di virus e batteri e/o di parametri chimici superiori ai limiti indicati nel D.lgs 18/23, l’acqua non è potabile. Pertanto, non è adatta ad essere utilizzata né per bere e cucinare, e neppure per lavarsi o abbeverare gli animali. Di conseguenza, sulla base dei risultati analitici, bisogna delineare un piano d’intervento efficace, tenendo conto anche del budget di cui si dispone. È evidente che, trattandosi di operazioni finalizzate alla tutela della salute, è opportuno consultare uno specialista del settore prima di decidere su come intervenire.

I sistemi di trattamento

Esistono numerosi sistemi di trattamento dell’acqua, ma nessuno di essi può risolvere singolarmente tutti i problemi. Pertanto, per rendere potabile e di buona qualità l’acqua del pozzo, è necessario progettare un impianto mirato che, in taluni casi, presuppone l’impiego di vari dispositivi.

Vi sono due tipologie di apparecchiature che, in base alle esigenze, possono essere utilizzate singolarmente o integrate tra loro. In modo esemplificativo possiamo suddividerle in sistemi di trattamento al punto di:

  • utilizzazione, quando l’apparecchio è installato sotto il lavello o sotto lo zoccoletto della cucina e depura solo l’acqua del rubinetto corrispondente;
  • ingresso, quando Il dispositivo è collocato all’imbocco dell’impianto idrico, subito dopo il pozzo e, pertanto, depura tutta l’acqua dell’abitazione.

Per eliminare virus e batteri

I sistemi di trattamento per eliminare la carica batterica e/o virale riscontrata nell’acqua di pozzo vanno installati al punto di ingresso. Infatti, l’acqua infetta non può essere utilizzata né per scopi alimentari e irrigui, ma neppure per finalità igieniche. A questo proposito va ricordato che, lavandosi con acqua contaminata, i virus e i batteri a contatto con mucose e ferite potrebbero creare infezioni più o meno gravi.

Per eliminare i microrganismi dall’acqua di pozzo i principali sistemi di trattamento sono i seguenti:

– Clorazione

La clorazione è il sistema maggiormente utilizzato e il più sicuro per abbattere la carica batterica. Il cloro viene immesso attraverso una pompa dosatrice in un serbatoio collocato dopo il pozzo, dove resta a contatto con l’acqua per il tempo necessario a ossidarla (minimo 20 minuti). Questo sistema presenta numerosi vantaggi sia in termini di sicurezza che economici. Inoltre, è indispensabile per neutralizzare la Legionella e i biofilm, le sottili pellicole di microrganismi che aderiscono alle superfici dell’impianto idraulico. L’unico svantaggio è rappresentato dal fatto che potrebbe conferire all’acqua un odore e un sapore sgradevoli. Questo inconveniente, tuttavia, si risolve integrando alla clorazione un sistema di trattamento al punto di utilizzazione che elimina ogni traccia di cloro dall’acqua utilizzata per bere e cucinare. L’apparecchio in questione può essere collocato sotto il lavello o lo zoccoletto della cucina. Si può scegliere così se bere un’acqua oligominerale, installando un’ osmosi inversa, o minerale, scegliendo una microfiltrazione a carboni attivi. Infine, se si desidera bere dal rubinetto acqua fredda, liscia o gasata, la soluzione giusta è il frigogasatore con microfiltrazione a carboni attivi.

– Debatterizzatore a raggi UV

Il debatterizzatore a raggi UV è un dispositivo da installare all’imbocco dell’impianto idrico e contenente una o più lampade germicide a luce ultravioletta (UV). L’acqua si sterilizza passando attraverso la lampada UV. Questo sistema ha alcuni pro e altri contro. A favore va detto che non altera la composizione chimica dell’acqua con l’aggiunta di sostanze battericide (cloro). Inoltre, in mancanza di uno spazio sufficiente per l’installazione di una vasca di contatto, potrebbe essere la soluzione necessaria.

Questo sistema è ottimo per eliminare la carica microbiologica, ma presenta alcuni svantaggi. Infatti, prima che venga installato, è necessario clorare tutto l’impianto idraulico per eliminare i batteri e il biofilm che si è formato all’interno delle tubature e dei rubinetti. Inoltre, se l’acqua passa a lampada spenta, a seguito di un blackout elettrico o per esaurimento della lampada stessa, i microrganismi tornano a colonizzare tutto l’impianto idraulico. Di conseguenza è necessario ripetere la clorazione generale prima di riaccendere la lampada.

– Osmosi inversa

L’osmosi si avvale di filtri e membrane che eliminano sia la contaminazione microbiologica (virus, batteri ecc.) sia l’inquinamento chimico (piombo, arsenico, fitofarmaci, fluoruri, cloruri ecc.). È un sistema completo che eroga un’acqua oligominerale lievissima e purissima. Tuttavia, sebbene le membrane di osmosi abbiano la capacità di non far passare virus e batteri, se ne sconsiglia comunque l’uso per abbattere la carica microbiologica. Infatti, i batteri potrebbero formare un biofilm che ne impedirebbe il corretto funzionamento. Inoltre, collocato al punto di ingresso, è un impianto costoso e delicato, che necessita di maggiori manutenzioni rispetto ai sopraelencati sistemi. Installato, invece, al punto di utilizzazione, sotto lo zoccoletto della cucina, ad integrazione della clorazione, migliora la qualità dell’acqua utilizzata per bere e cucinare eliminando, tra l’alto, il retrogusto di cloro. Quest’ultima soluzione permette, inoltre, di abbattere i costi dell’impiantistica e delle manutenzioni. Si otterrà così un impianto performante che conferisce ottime qualità organolettiche all’acqua del rubinetto.

Per eliminare l’inquinamento chimico

Prima di qualsiasi intervento è necessario conoscere la composizione chimica dell’acqua di pozzo. Tuttavia, come è stato ampiamente descritto nella parte III, i parametri di base controllati nei laboratori si riferiscono alle principali sostanze generalmente accertate, in conformità al Decreto legislativo 18/23.. Se, però, il pozzo è ubicato in un’area geologica ricca di un determinato elemento, come ad esempio l’arsenico, oppure in una zona a ridosso di un sito industriale, di un’azienda agricola o di un allevamento di bestiame, è necessario richiedere anche analisi più specifiche.

Sulla base dei risultati analitici, si deciderà se intervenire con un sistema di trattamento al punto di utilizzazione o di ingresso, ma solo se si tratta di un’abitazione privata. Nel caso in cui l’acqua di pozzo è destinata a un’attività lavorativa o a un servizio pubblico, allora è necessario intervenire sempre al punto di ingresso.

Elenchiamo alcuni dei principali sistemi atti a eliminare l’inquinamento chimico, tenendo presente che la qualità dell’acqua da potabilizzare può influire sull’efficacia e sulla capacità dei dispositivi a eliminare determinate sostanze:

– Osmosi inversa

L’osmosi inversa, come già ampiamente spiegato nel precedente paragrafo, elimina la maggior parte delle sostanze chimiche inquinanti. Rende l’acqua oligominerale.

– Addolcitore

L’addolcitore elimina il calcio e il magnesio dall’acqua mediante un processo definito a scambio ionico: l’acqua passando attraverso particolari resine scambia gli ioni di calcio e magnesio con ioni di sodio. Se i risultati delle analisi di laboratorio evidenziano parametri di durezza dell’acqua superiori a quanto consigliato dalla legge (tra i 15 e i 50 °F), in tal caso si raccomanda di installare un addolcitore. Tuttavia, anche rimanendo nei parametri fissati dalla legge, i valori elevati di durezza creano seri problemi di incrostazioni calcaree all’impianto idraulico, agli elettrodomestici, alle serpentine elettriche, alle caldaie. E si sa che le stratificazioni di calcare aumentando sensibilmente i consumi elettrici, di gas e di detersivi.

– Deferrizzatore

Il deferrizzatore è un sistema di filtrazione atto a rimuovere ferro e manganese dall’acqua di pozzo. L’apparecchio comprende una colonna filtrante costituita da una bombola in polietilene alimentare rivestito con uno strato di fibra di vetro e resina epossidica. Il ferro, prima di passare attraverso il materiale filtrante contenuto all’interno del sistema, deve essere ossidato con il cloro.

– Dearsenificatore

Il dearsenificatore è un impianto di depurazione composto da una bombola con un filtro contenente idrossido di ferro in grado di assorbire l’arsenico dall’acqua.

Per eliminare sia l’inquinamento chimico che batterico e virale

Nei casi in cui le analisi di laboratorio rilevano la presenza sia di sostanze chimiche fuori parametro che di contaminanti biologici (virus, batteri) allora è necessario delineare un piano di intervento specifico atto a rimuovere sia la carica batterica che l’inquinamento chimico. In genere, a seconda dei casi, si integrano tra loro due o più sistemi.

Il progetto di potabilizzazione deve, inoltre, tener conto della destinazione d’uso dell’acqua di pozzo. Se si tratta di:

  • utenza privata, ad esempio una famiglia, si possono integrare due sistemi. La clorazione al punto di ingresso, per disinfettare l’acqua di tutta casa, e un’osmosi sotto il lavello della cucina per eliminare il sapore del cloro e la maggior parte delle sostanze chimiche inquinanti. Per esempio, poiché la pelle durante la doccia non riesce a assorbire sostanze chimiche come l’arsenico, l’integrazione dei due sistemi (clorazione e osmosi) è una soluzione efficace che permette, tra l’altro, di abbattere i costi dell’impiantistica. Se, però, sono presenti calcio, ferro e manganese bisogna optare per il sistema al punto di ingresso, in quanto questi elementi danneggiano soprattutto gli impianti (tubi, rubinetteria, elettrodomestici ecc.);
  • aziende, negozi e attività che presuppongono il contatto con i dipendenti e il pubblico, in tal caso tutti i sistemi vanno necessariamente installati al punto di ingresso, in quanto l’acqua distribuita deve rispettare i parametri stabiliti dalla legge in ogni punto di erogazione.

Scelta delle tecnologie di trattamento più idonee a risolvere i problemi della qualità dell’acqua

 Tecnologie e fattori da considerare
Microbi
Batteri
Protozoi
Arsenico Piombo  FluoruriNitrati Durezza COV 
(1)
Solfuro di idrogeno  Ferro
Manganese
pH basso 
 Aerazione o insufflazione
– sistema di trattamento al punto di ingresso
– ossida le particelle metalliche presenti nell’acqua e aumenta l’efficacia degli altri sistemi
        X  
 Regolazione del pH
– per ridurre il pericolo di corrosione delle tubature e prevenire l’erosione
del rame e del piombo a causa di un’acqua particolarmente acida
          X
 Carbone attivo granulare
– l’efficacia del trattamento può variare a seconda della qualità dell’acqua e dell’apparecchio utilizzato
– la presenza di materia organica naturale può diminuirne l’efficacia
– i batteri potrebbero proliferare al loro interno se non si rispettano le manutenzioni periodiche
-spesso installati al punto di utilizzazione a integrazione di altri sistemi di trattamento
      X  X  
 Clorazione
– trattamento al punto d’ingresso
– potrebbe conferire un odore e un sapore sgradevole all’acqua di rubinetto, risolvibile con l’installazione di un cloratore al punto di utilizzo
– si installa prima del deferrizzatore
X         X  
 Addolcitore a scambio ionico
– scambia gli ioni di calcio e magnesio con ioni di sodio
– va installato al punto di ingresso
      X    
Pirolusite (biossido di manganese) 
– efficace per ridurre le concentrazioni di ferro e manganese
– necessita di pre-clorazione
– va installato al punto di ingresso
        
X
 
 Osmosi inversa
– un’acqua molto dura diminuisce l’efficacia del sistema
– può abbassare il pH che necessita un aggiustamento se l’osmosi è installato al punto di ingresso
X  X  X  X  X  X    X 
Debatterizatore a raggi UV (2)
– una forte torbidità può diminuirne l’efficacia
– prima di essere installato è necessario clorare tutto l’impianto idraulico
– se l’acqua passa a lampada spenta (per un blackout elettrico o per esaurimento della lampada) bisogna nuovamente clorare tutto l’impianto 
X         
Tecnologie di trattamento dell’acqua di pozzo
  1. Composti organici volatili (COV) sono prodotti chimici organici e i solventi che evaporano a temperature relativamente basse (benzene, tetracloruro di carbone, percloretilene (PCE) e tricloetilene))
  2. Le particelle in sospensione presenti nell’acqua possono essere rimosse con l’installazione di una microfiltrazione a carboni attivi

Sorgiva Srl

Sorgiva Srl, con sede principale a Roma, via F. Jorini 61, è una società specializzata in sistemi di trattamento delle acque. Interviene operativamente nelle regioni Lazio, Toscana, Umbria, Abruzzo, Puglia e Campania per installazioni di impianti di potabilizzazione pozzi, depurazione dell’acqua di rubinetto e addolcimento dell’acqua calcarea. Fornisce assistenza tecnica e manutenzione di impianti a privati e a piccole, medie e grandi aziende. Vende on line tutti gli apparecchi per il trattamento dell’acqua e relativi ricambi. Fornisce consulenza e supporto tecnico a distanza in tutto il territorio nazionale.

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