Antefatto
La vicenda della contaminazione da cloruro di vinile della falda acquifera che passa sotto l’ex centrale nucleare di Borgo Sabotino a Latina è una lunga storia. Il tecnico ambientale Giorgio Liberato, nel suo blog, ne ripercorre le fasi salienti a partire dall’autunno 2013, quando la Sogin (società responsabile della gestione dei rifiuti radioattivi) ha avviato la campagna di caratterizzazione del territorio. Queste prime analisi hanno evidenziato su tre campioni di acqua di falda superficiale valori anomali della concentrazione di cloruro di vinile. A seguito dei prelievi effettuati da Arpa Lazio il 12 marzo 2015, la Asl di Latina il 25 febbraio 2016 ha segnalato con ordinanza 4/AMB/2016 l’esistenza di un pericolo per la salute. La regione Lazio ha chiesto il censimento dei pozzi autorizzati, regolari o denunciati alla provincia di Latina, chiedendo la chiusura dei pozzi non regolari.
Da allora, tuttavia, il problema non è ancora stato risolto.
Origini dell’inquinamento
Ci sono varie ipotesi sull’origine dell’inquinamento. Il fatto che il sito negli anni ’50 sia stato scelto per la realizzazione del reattore Magnox fa temere la presenza di materiale radioattivo nel sottosuolo. Tuttavia si tratta solo di ipotesi non confermate.
Latina Oggi, in un articolo del 15 dicembre 2019, facendo riferimento ai rifiuti interrati all’interno della centrale del fu Passo Genovese, cita calcinacci, plastica, materiale isolante e amianto. Tuttavia, la contaminazione delle acqua è dovuta ad una sostanza cancerogena che è risultata corrispondente al cloruro di vinile.
In un articolo di Latina Tu del novembre scorso, viene riportata una dichiarazione dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Regione Toscana (ARPAT) su una vicenda simile di contaminazione da cloruro di vinile delle acque di falda.
Secondo il giornale locale, si potrebbe ipotizzare che “[…]l’attuale contaminazione derivi dalla degradazione di inquinanti primari costituiti da organi alogenati, quali percloroetilene (PCE) e/o tricloroetilene (TCE) sostanze comunemente utilizzate nell’industria tessile e metalmeccanica, al contrario di cloruro di vinile monomero e didicloroetilene che hanno invece impieghi industriali molto circoscritti e poco frequenti”.
Vale a dire che l’origine dell’avvelenamento della falda potrebbe non dipendere solo dal materiale di scarto trovato nelle trincee escavate di recente.
Finora non è stata fatta piena chiarezza sulle origini dell’inquinamento. Sta di fatto che è necessario intervenire per depurare le acque dalla presenza di materiale tossico cancerogeno.
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