Inquinamento delle acque a Pescara
In questi ultimi tempi, la stampa abruzzese ha dato risalto all’allerta inquinamento da rifiuti velenosi del fiume Pescara, soprattutto dopo l’arresto di quattro individui collegati al Consorzio di Bonifica del Centro di Chieti, accusati di aver falsificato documenti ed analisi. Di conseguenza, “1.090 tonnellate di rifiuti liquidi provenienti dalla Toscana, contenenti elevate concentrazioni di arsenico e ammoniaca” sono stati sversati in impianto senza le necessarie analisi biologiche e biochimiche. I controlli effettuati hanno riscontato percolati di discariche con alti valori di ammoniaca, 5 volte il limite. L’inchiesta era stata avviata a seguito di “esposti anonimi per odori nauseabondi”, provenienti dall’impianto di depurazione del capoluogo teatino.
Il problema dell’inquinamento ambientale è, purtroppo, un tragico tema di attualità non circoscrivibile ad una specifica regione, ma riguarda tutto il territorio nazionale e procura seri problemi alla salute dei cittadini. L’opinione pubblica si sta sempre più sensibilizzando sui temi di tutela ambientale e di depurazione delle acque, consapevole dei ripetuti casi di contaminazione dei fiumi, dei laghi, delle falde acquifere, e di conseguenza dei pozzi artesiani, con scarichi domestici, urbani, agricoli e industriali.
Pertanto, molti cittadini si attivano per tutelare la propria acqua, ricorrendo all’istallazione di sistemi di trattamento. Esistono in commercio numerose soluzioni per la depurazione delle acque, che rispondono alle singole esigenze. Si va dai sistemi ad osmosi inversa, per rendere assolutamente pura e potabile qualsiasi tipo di acqua , ai sistemi di potabilizzazione dei pozzi. In questo ultimo caso, prima di decidere l’intervento, è sempre necessario far analizzare un campione d’acqua da un laboratorio specializzato e conseguentemente, in base ai parametri fisici, chimici e biologici riscontrati, procedere a stilare un progetto di intervento.