Criteri di potabilità dell’acqua e aspetti regolamentari
Come tutti sanno siamo costituiti per il 60% di acqua e abbiamo bisogno di berne mediamente 1,5 litri al giorno. La qualità dell’acqua riveste, quindi, un’importanza vitale per l’organismo.
L’acqua è un ottimo solvente e assorbe rapidamente e facilmente le molecole. Sono quindi molti i rischi di inquinamento.
Tra i principali inquinanti citiamo azoto (nitrati e fosfati), pesticidi, idrocarburi, batteri provenienti da escrementi animali o umani, metalli pesanti, plastica e residui di medicinali. Anche la pioggia contribuisce sensibilmente all’inquinamento dell’acqua, poiché assorbe l’inquinamento atmosferico e, durante il suo deflusso, si carica delle molecole del suolo.
L’ingestione di acqua batteriologicamente impure può comportare epidemie di gastro-enterite e pericolose diarree nei bambini, benché in Italia non si registrano casi allarmanti. Il piombo contenuto nelle vecchie e obsolete tubature può provocare casi di saturnismo. Sono comprovati gli effetti cancerogeni dell’azoto e dei metalli suscettibili di inquinare l’acqua (nickel, arsenico e cromo). Infine, l’inquinamento dell’acqua a causa delle perturbazioni endocrine che formano alcuni residui medicamentosi e soprattutto pesticidi possono avere effetti preoccupanti per lo sviluppo e la riproduzione.
La qualità dell’acqua è regolamentata in Europa da una direttiva del 1998 che stabilisce i valori limite di concentrazione delle sostanze tossiche suscettibili di inquinare l’acqua. Le norme di qualità indicate dell’Unione europea e largamente ispirate dalle norme prescritte dall’OMS, fanno una distinzione tra i “limiti di qualità” e le “referenze di qualità”. Le prime riguardano sostanze tossiche la cui presenza deve essere vietata oppure tenuta sotto osservazione (è il caso soprattutto delle escherichia coli, del piombo, dei nitrati e dei pesticidi). Le seconde non riguardano sostanze tossiche ma quelle la cui presenza testimonia una falla nel sistema di trattamento dell’acqua o procura un cattivo sapore: il contenuto di ferro, ad esempio, o del cloro utilizzato per sterilizzare l’acqua. In totale, per valutare la potabilità dell’acqua, sono presi in esame 54 parametri.
In Italia la “qualità dell’acqua destinata al consumo umano” è disciplinata dal decreto legislativo nr. 31 del 2001 che recepisce la Direttiva 98/83CE e si applica alle acque destinate all’uso potabile. I parametri e i valori massimi consentiti sono fondati sugli orientamenti stabiliti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e sul parere del comitato scientifico della Commissione europea, mentre, valori più restrittivi e parametri supplementari, ad es. cloriti e vanadio, sono determinati dall’Istituto Superiore della Sanità.
Fonti consultate:
le figaro.fr santé
Il portale acque del Ministero della salute http://www.salute.gov.it/portale/home.html