abbiamo compilato un elenco di domande, suddivise per tema, sulla base dei frequenti interrogativi posti dai nostri clienti riguardo ai sistemi di trattamento dell’acqua.
Esplora anche i nostri articoli di approfondimento sulle tematiche delle acque di acquedotto e di pozzo nel nostro blog.
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Le acque domestiche sono potabili, ma non sono tutte uguali. La presenza dei minerali che le costituiscono può variare notevolmente a seconda dell’origine della risorsa idrica. Di conseguenza, i minerali presenti in ciascuna fonte e i processi di trattamento, cui l’acqua è sottoposta durante la potabilizzazione e la distribuzione, possono influenzarne il gusto e l’odore. In particolare, la clorazione, comunemente impiegata per rendere potabili le acque di rete, può dare origine a un sapore sgradevole e reagire con gli ioni metallici delle tubature, formando composti come i trialometani, tra cui il cloroformio. Tuttavia esistono sistemi di trattamento, come l’osmosi inversa o la microfiltrazione, che consentono di eliminare tali residui e migliorare significativamente le caratteristiche organolettiche dell’acqua.
I trattamenti di depurazione consentono di avere un’acqua corrente di ottima qualità direttamente dal rubinetto di casa, eliminando la necessità di acquistare acqua “conservata” in bottiglie di plastica. Permettono di adattare l’acqua domestica alle proprie esigenze e gusti, la rendono più o meno mineralizzata, fredda, liscia, frizzante. Inoltre, fanno risparmiare denaro, tempo e spazio alle famiglie che non dovranno più comprare, trasportare e stipare bottiglie di acqua in casa. Infine, questa scelta contribuisce alla riduzione dei rifiuti plastici e alla salvaguardia dell’ambiente, diminuendo l’utilizzo della plastica e l’inquinamento derivante dal trasporto su strada delle bottiglie da un’area all’altra d’Italia. Pertanto, depurare l’acqua è una scelta salutare, conveniente ed ecologica.
Le acque di acquedotto e le acque minerali naturali si distinguono per le loro origini e le normative che ne regolamentano la qualità.
Le acque di acquedotto provengono da laghi, fiumi, falde sotterranee e superficiali e possono essere trattate. Infatti, prima di essere distribuite attraverso la rete idrica, vengono clorate per eliminare eventuali contaminazioni microbiologiche. Lungo il percorso sono soggette a controlli regolari che ne garantiscono il rispetto dei parametri di qualità stabiliti dal D.lgs 18/23.
Le cosiddette “acque minerali naturali”, al contrario, non debbono subire trattamenti in virtù della loro provenienza da fonti incontaminate. Tuttavia, aziende come la Netlè sono state denunciate in Francia perché, di fatto, depuravano l’acqua prima dell’imbottigliamento. Il motivo, dichiarato dalla stessa Nestlè, è che anche queste acque ormai sono contaminate a causa dei cambiamenti climatici e ambientali, nonché degli sversamenti intorno alle sorgenti.
Infine, le acque minerali naturali sono regolamentate dal D.lgs 176/11 che consente parametri più elevati di elementi chimici, come arsenico, manganese e solfati rispetto alle acque di acquedotto.
I principali sistemi per eliminare virus e batteri dell’acqua sono la sterilizzazione a raggi UV e la clorazione.
1.- Il processo di sterilizzazione consiste nel far passare l’acqua sotto i raggi UV. La lampada germicida si installa all’ingresso della rete idrica dell’abitazione.
Questo sistema è ottimo per eliminare i microrganismi attraverso la luce ultravioletta di breve lunghezza d’onda (UV-C), non necessita l’aggiunta di additivi chimici e non ingombra. È un’eccellente alternativa alla clorazione, soprattutto nei casi di mancanza di spazio. La manutenzione consiste nella sostituzione annuale della lampada e nella pulizia del quarzo. Tuttavia, il sistema presenta alcune controindicazioni. Infatti, se la lampada dovesse spegnersi inavvertitamente anche per pochi minuti, come in caso di blackout elettrico, e in questo frangente l’acqua infettata passasse attraverso l’impianto idraulico, i batteri torneranno a proliferare nelle tubature. In tali circostanze, sarà necessario effettuare una disinfezione dell’impianto idraulico mediante cloro, prima di tornare a utilizzare l’acqua.
2.- La clorazione è il metodo più sicuro e si effettua mediante una pompa dosatrice. Necessita di un serbatoio di accumulo dove l’acqua deve restare a contatto con il cloro per un certo lasso di tempo. Per eliminarne il sapore dall’acqua destinata all’alimentazione, si può installare un filtro a carboni attivi o un sistema ad osmosi sotto il lavello o lo zoccoletto della cucina.
Dipende dalla quantità di cloro diluito nell’acqua. I valori limite prescritti dalla legge per le acque destinate al consumo umano sono fissati a 0.2 mg/lt. Le forniture idriche degli acquedotti contengono tracce di cloro, necessario per eliminare la carica microbiologica. Tuttavia, con un filtro a carboni attivi è possibile rimuovere i residui di cloro e migliorare notevolmente le caratteristiche organolettiche dell’acqua domestica.
I vantaggi sono evidenti sia in termini di risparmio energetico che di durata di elettrodomestici, caldaie e impianti idraulici. Con l’installazione di un addolcitore a scambio ionico si eviterà la formazione di incrostazioni calcaree che necessitano di costosi interventi di manutenzione e dell’utilizzo di prodotti anticalcare per la pulizia domestica.
Per quanto riguarda le acque di pozzo, se le analisi chimiche rilevano una concentrazione di calco e magnesio superiore ai limiti di legge, è necessario installare un addolcitore o un’osmosi inversa.
Infine, il DM del 26 giugno 2015, che stabilisce i requisiti minimi degli edifici per il calcolo delle prestazioni energetiche, impone l’istallazione di un addolcitore per impianti di potenza termica del focolare superiore a 100kw quando la durezza dell’acqua supera i 15°F.
Se l’acqua è potabile prima di entrare nell’addolcitore, resterà tale anche dopo esserne uscita. L’addolcitore a scambio ionico è il sistema maggiormente utilizzato per eliminare la durezza dell’acqua, facendola passare attraverso apposite resine.
La risposta è no. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’assunzione di sale non dovrebbe superare 5/6 grammi al giorno, equivalenti a 2,4 grammi di sodio. L’acqua addolcita contiene circa 0,12 grammi di sodio per litro. A titolo di confronto, 100 grammi di prosciutto crudo contengono mediamente 5,5 grammi di sale, che equivalgono a circa 2,4 grammi di sodio.
Tuttavia, per eliminare questa percentuale minima di sodio dall’acqua, si può abbinare all’addolcitore un depuratore a osmosi inversa da installare sotto lo zoccoletto della cucina. In tal modo, si ottiene un’acqua priva di calcare in tutta casa e un’acqua per bere e cucinare purissima e leggerissima, priva di sali.
L’addolcitore rimuove solo il calcio e il magnesio. Per ottenere un’acqua priva di sali minerali bisogna installare un depuratore a osmosi inversa.
Chi installa un addolcitore nella propria abitazione o in un condominio può beneficiare dell’aliquota IVA al 10% e della detrazione IRPEF al 50%, a condizione che l’intervento comporti “modificazioni strutturali integranti opere di manutenzione straordinaria dell’abitazione e/o degli impianti relativi” (circolare dell’Agenzia delle Entrate nr. 20E del 13 maggio 2011, par. 2.3).
L’osmosi inversa (abbr. RO, dall’inglese Reverse Osmosis), detta anche iperfiltrazione (IF), viene realizzata con una membrana che impedisce il passaggio dei soluti. È il sistema maggiormente utilizzato per ottenere un alto grado di depurazione dell’acqua, in quanto trattiene il 90/99% della componente salina e la quasi totalità dei metalli pesanti, nonché virus, batteri. Il livello di filtrazione va fino a 0.0001 micron. Sorgiva dispone di sistemi a produzione diretta, che forniscono acqua con una portata di circa 1.5/2 litri al minuto e possono essere collocati anche sotto lo zoccoletto della cucina.
La microfiltrazione viene effettuata per mezzo di filtri capaci di trattenere tutti i sedimenti in sospensione, oltre al cloro, residui organici, pesticidi, idrocarburi oleosi, fibre di amianto e tutte le particelle di grandezza superiore a 0,5 micron, ma non elimina i sali minerali, virus e i batteri. Migliora notevolmente le qualità organolettiche dell’acqua, senza modificarne la composizione minerale.
L’ultrafiltrazione avviene mediante un sistema che, dopo una prima microfiltrazione, fa passare l’acqua attraverso una membrana cava in grado di trattenere particelle fino a 0.01 micron, eliminando corpuscoli in sospensione, proteine, virus e batteri.
Ne esistono svariati, a secondo delle proprie esigenze. Li elencherò qui di seguito:
L’osmosi inversa elimina gran parte, ma non la totalità, dei sali minerali disciolti. La necessità di assumere minerali attraverso l’acqua è un argomento molto dibattuto a tutti i livelli e vi sono discordanti scuole di pensiero. Ad ogni modo, sembrerebbe accertato che i sali minerali vengono assunti principalmente attraverso i cibi. La scelta di bere un’acqua più o meno ricca di sali minerali è molto personale.
Chi desidera bere un’acqua oligominerale, come la Lauretana e la Sant’Anna, con l’osmosi potrà prelevarla direttamente dal rubinetto di casa, evitando di acquistare e stipare costose acque conservate in bottiglia. Chi, invece, desidera bere un’acqua corrente più mineralizzata, ma pura e leggera, può aggiunge all’osmosi inversa un postfiltro rimineralizzatore.
Certamente, l’osmosi inversa elimina tutti i metalli pesanti e, quindi, anche l’arsenico che un semi-metallo molto diffuso in natura, soprattutto nelle zone vulcaniche. Il D.lgs 18/23, sulla qualità delle acque destinate al consumo umano, fissa il parametro di arsenico a 10 microgrammi litro. Livelli più elevati potrebbero nuocere alla salute.
Certamente, al pari delle migliori acque oligominerali.
Prima di decidere se installare un sistema ad osmosi inversa per utilizzare l’acqua del proprio pozzo, è fondamentale comprendere le caratteristiche specifiche di quell’acqua. Questo richiede il prelievo di un campione e l’esecuzione di analisi microbiologiche e chimiche. Solo dopo averne ottenuto i risultati è possibile progettare un impianto ad hoc. Va considerato che l’installazione di un sistema di osmosi inversa potrebbe non essere la soluzione ottimale per il caso specifico, oltre a comportare costi elevati.
Questi problemi sono provocati dall’acqua ricca di calcio, magnesio e ferro. Il calcare ostruisce i tubicini e il ferro rilascia aloni rossastri sulle superfici. Per risolvere questi problemi, Sorgiva ha realizzato un dispositivo che, installato a monte del sistema di irrigazione, dosa e aggiunge all’acqua appositi prodotti a base di fosfati per far precipitare calcio e ferro. Si tratta dell’“idroguard”, un prodotto che, oltre a impedire il depositarsi di calcio, ferro e magnesio, è anche un buon fertilizzante.
Inoltre, il sistema è anche predisposto per l’aggiunta di una seconda pompa dosatrice che, negli ultimi secondi d’irrigazione, spruzza sul prato l’olio di Neem, uno straordinario antiparassitario naturale che, spruzzato costantemente e precocemente già dall’inizio della primavera, allontana zanzare, parassiti e insetti nocivi.
I depuratori d’acqua svolgono la loro funzione attraverso filtri e membrane che, se non cambiati regolarmente, si saturano di impurità e batteri. Alla lunga, questi filtri non svolgono più la loro funzione, ma anzi rischiano di peggiorare la qualità dell’acqua. Pertanto, si consiglia di eseguire il cambio filtri ogni sei mesi.
Dipende dal consumo di acqua. In caso di uso frequente dell’apparecchio si consiglia ogni sei mesi, negli altri casi almeno una volta l’anno. Le membrane vengono sostituite quando esauriscono il loro potere filtrante. È bene prevedere una manutenzione periodica dell’apparato.
A questo proposito, Sorgiva mette a disposizione dei suoi clienti un “database” dove sono registrati tutti i dati e lo storico dell’apparecchio da manutenere. Un operatore è incaricato di ricordare agli interessanti quando è il momento di intervenire.
L’acqua prodotta non avrà più la riduzione del residuo fisso che aveva al momento dell’installazione. È facile accorgersene, perché ricompaiono quei fastidiosi residui di calcio che si depositano sulle pareti delle pentole. In tal caso, è bene chiamare l’ufficio tecnico di Sorgiva per un intervento di manutenzione.
Sì, tanto più che se si utilizza l’osmosi continuamente, perché con l’inattività potrebbero essersi formate cariche batteriche all’interno dei filtri stessi.
No. Prima di entrare nell’impianto, l’acqua passa attraverso 2 filtri che bloccano tutte le impurità: un filtro a sedimenti e uno a carboni attivi. Solo allora entra nella pompa che la spinge nelle membrane.
Certamente, se sei dotato di una buona manualità e degli strumenti necessari si possono ordinare i filtri, adatti al tuo apparecchio. Contattaci per ricevere il materiale tramite corriere.
I prodotti devono essere certificati a norma DM 174/04, rispondere alle prescrizioni tecniche del DM 25/2012 e possedere il marchio CE.
Certamente, tutti i prodotti possono essere rateizzati con una finanziaria. Periodicamente Sorgiva propone vantaggiose promozioni a tasso zero.
I sistemi di depurazione (osmosi inversa, microfiltrazione, ultrafiltrazione) e di raffreddamento e addizione di anidride carbonica (frigogasatori) possono essere presi a noleggio solo in alcune zone. É previsto un contributo iniziale e un canone anticipato. Il contratto ha una durata minima di due anni, trascorsi i quali gli apparati possono essere restituiti senza penali.