Il ferro è quasi sempre legato ad altri elementi chimici (manganese, carbonio, silicio ecc.). Questo metallo, il secondo più abbondante nella crosta terrestre, può essere presente nell’acqua come contaminante naturale o rilasciato dalle tubature di distribuzione. Sebbene l’apporto di ferro, in forma ionica, sia essenziale per l’organismo, tuttavia la sua assunzione in dosi eccessive può creare gravi problemi. Inoltre, la sua presenza nelle acque di irrigazione rilascia macchie rossastre sulle superfici. Il valore limite stabilto dal D.lgs 18/23 per il ferro è di 200 µg/l. 

Il manganese è un metallo naturalmente presente in molte fonti di acqua, sia superficiali che profonde, e anche nei cibi come carne, pesce, uova, ortaggi cereali. È un elemento essenziale per l’organismo, ma un suo eccesso o carenza possono causare problemi alla salute. Il valore limite stabilito dalla legge per il manganese nell’acqua è di 50 µg/l. 

I nitrati e i nitriti, composti da azoto e ossigeno, sono presenti nell’ambiente e usati nei fertilizzanti e conservanti alimentari. L’esposizione eccessiva a nitrati e nitriti può essere dannosa per la salute, con rischio di tumori e problemi ematici. Il D.lgs 18/23 fissa i limiti per i nitrati a 50 mg/L e per i nitriti a 0,5 mg/L.

L’ammonio, derivato da fertilizzanti, allevamenti intensivi e processi industriali, può essere un indicatore di inquinamento delle acque. Il D.gls 18/23 stabilisce il valore limite di ammonio a 0,50 mg/L.